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mercoledì 29 giugno 2011

Per un aperitivo chic o un secondo sfizioso : i frittelli i sciuri


Se c'è una cosa che mi annuncia l'arrivo della bella stagione è mia suocera che fa le frittelle di sciuri o sciurilli! Cosa sono i sciuri? Sono i fiori della zucchina o della zucca. Che bello vederli fare capolino dal cestino, appena raccolti da mio suocero, con quel colore arancio allegro e luminoso. Il momento ideale per raccoglierli è al mattino presto, perchè sono aperti in tutto il loro splendore e cucinarli al più presto possibile poiché sono molto delicati. Se come me, avete la fortuna di trovarli BIO, passateli velocemente sotto l'acqua, liberateli dai filamenti verdi esterni, vicino alla corolla e tamponateli con carta assorbente, nulla più. Non togliete il pistillo, che erroneamente molti dicono sia amarognolo.... io lo mangio da una vita e devo dire che lo trovo molto saporito. 
I fiori di zucca possono essere cucinati in molti modi: sono un ottimo condimento, saporito e leggero per gli spaghetti, al forno gratinati, con mollica e mozzarella.... ripieni di carne o di ricotta e alici.... ma il modo più goloso di tutti è farne delle sfiziosissime frittelle! Buone come antipasto o aperitivo, o ancora come secondo poco impegnativo.... a casa mia finiscono prima ancora di metterle a tavola! 









FRITTELLE DI SCIURI 

( frittelle di fiori di zucchina o zucchino che dir si voglia!) 


25-30 fiori di zucchina ( se sono di zucca ne bastano 20) 
100gr di farina
50 gr di grana grattugiato 
un ciuffo di basilico e uno spicchio d'aglio tritati finemente
 pepe nero acqua q.b. (dobbiamo ottenere una pastella densa...) 
Sale 
mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio 


Puliamo i fiori e tagliamoli a pezzetti non troppo piccoli (ogni fiore in tre...), quindi cospargiamo con un pizzico di sale. Lasciamoli riposare qualche minuto, quindi uniamo il basilico e l'aglio tritati, il pepe nero, il grana , la farina e il bicarbonato, misceliamo e quindi uniamo a filo l'acqua, mescolando bene il tutto, fino ad ottenere la consistenza desiderata. Facciamo riposare la pastella in frigo per un'oretta, quindi tiriamola fuori e friggiamo a cucchiaiate in olio bollente, girando appena si colora. Facciamo assorbire l'olio in eccesso su carta da fritto e serviamo caldissime! 


lunedì 27 giugno 2011

Linguine "cu cciuffu" del pesce spada.

In primavera i pescatori dello stretto di Messina sono in fermento: nella costa calabrese, da Bagnara a Scilla, a Villa S. Giovanni con i primi caldi arriverà l'ospite più atteso, il re del mare Tirreno, u Pisci per antonomasia... il pesce spada, che dall'oceano Atlantico si dirige verso il Mediterraneo in cerca di temperature più calde, favorevoli alla riproduzione. 
La pesca del pesce spada ha radici antichissime: sembra risalga addirittura alla preistoria. Polibio, illustre viaggiatore e storico greco vissuto nel II sec. d.C., è uno dei primi testimoni oculari della pesca del pesce spada e ne descrive le modalità che rimarranno fedeli per secoli: una barca a remi, il luntri, dotata di un albero su cui un marinaio fa da vedetta, avvista il Pesce e con la forza delle braccia di due rematori, parte all'inseguimento. Sulla prua il lanciatore è pronto con la sua arma: una lunga lancia che finisce con un arpione, pronto a scagliare il colpo fatale. Ma il Pesce diventa umano: sente, vede, capisce. La pesca diventa una lotta tra pari. Il pescatore è cosciente del fatto che la vittoria nei confronti del suo nobile avversario sarà frutto non solo della propria abilità, ma del fatto che come uomo è destinato ad essere eterno vincitore... ma questo non sminuisce affatto il rispetto e il timore per il valoroso antagonista. 
Ancora oggi la pesca avviene con le stesse regole e con lo stesso spirito. La tecnologia ha mutato il luntri in un’imbarcazione più moderna, la passerella. Si tratta di un peschereccio dotato di un lungo rostro di circa 35m su cui il lanciatore continua a sostenere la sua perenne sfida che si tramanda da padre in figlio e di un albero di 30 metri dove c'è la vedetta. Le forti braccia dei rematori sono state sostituite dai cavalli dei potenti motori, ma lo spirito di chi fa questo mestiere è rimasto immutato. 
Da aprile a giugno il pesce spada vive la stagione dell'accoppiamento e segue la propria compagna nelle coste calabresi, dove viene a deporre le uova. Il pesce innamorato diventa vulnerabile: il maschio è fedele alla propria femmina, fino alla morte. Per questa debolezza viene catturato con l'astuzia: lo spada viaggia sempre in coppia e il pescatore lo sa. Punta prima alla femmina: la colpisce e la lascia in mare perchè il maschio, sentendone l'odore non si allontanerà dalla propria compagna e diventerà facile preda, vittima della sua stessa natura. 

Oggi per voi una ricetta che esalta una delle parti più pregiate di questo pesce: 'u cciuffu ovvero la parte anteriore della testa, immediatamente sopra gli occhi, le cui carni sono più grasse dei tranci, ma anche più morbide e saporite. Durante il feudalesimo il ciuffo e la "bbotta", il punto in cui si l'arpione si conficcava con la carne del pesce, erano diritto esclusivo del barone. Con il tempo e la caduta dell'istituzione feudale, queste venivano date a turno a ogni componente della ciurma e il pesce veniva venduto privo di tali parti. Oggi, nell'epoca del benessere e della modernità, le giovani generazioni di pescatori non sempre rispettano queste tradizioni  e sul bancone della pescheria il  pesce si può trovare  integro.







LINGUINE CU' CCIUFFU RU PISCI SPATA

500 gr di  pesce spada (ciuffo)
800gr di sugo di pomodoro
una cipolla di Tropea
olio EVO
sale, peperoncino, basilico

In un tegame capiente mettiamo a scaldare un paio di cucchiai d'olio e facciamo abbrustolire i pezzi di pesce da entrambi i lati, uniamo la cipolla tritata finemente e appena si colora versiamo il sugo di pomodoro, saliamo, uniamo il basilico fresco e il peperoncino e facciamo cuocere  a fuoco basso per un'ora circa. Il profumo di questo sugo è indescrivibile... è un'armonia di aromi che si sprigionano dal tegame e si diffondono per tutta la casa e...oltre! Portiamo a cottura le linguine e scoliamole bene.Condiamole con abbondante sugo e qualche pezzo di pesce. Buona scarpetta!





Con questa ricetta partecipo con immenso piacere al contest di Pecorella di Marzapane.

venerdì 24 giugno 2011

Swiss inspiration...: il semifreddo "Foresta Nera"

Uno dei massimi piaceri della vita è rivedere un amico dopo tanto tempo. "Tanto" può essere un mese, un anno, 10 anni, e il piacere che si prova è sempre direttamente proporzionale all'affetto che ti lega a lui. 
L'estate per me è il momento degli incontri, dei "da quanto tempo".... "quanto è cresciuto il bimbo!".... E' il tempo degli abbracci che da virtuali finalmente si concretizzano, delle confidenze affidate a una chat o a una telefonata che finalmente si possono sussurrare all'orecchio, di quei sorrisi solo immaginati dietro una "faccina" o un emoticon e che invece si possono sentire risuonare argentine tra gli schizzi di mare e  le creme abbronzanti. 
L'estate è il momento in cui rivedo Mariella e il suo piccolo Tesoro. Bentornata amica mia!




SEMIFREDDO FORESTA NERA

500 ml di panna vegetale zuccherata oppure panna di latte fresca+1 cucchiaio di zucchero
3 uova
6 cucchiai di zucchero
100 gr di cioccofondente fuso a bagnomaria
amarene con il loro sciroppo
un foglio di colla di pesce
cacao amaro per decorare


Prendiamo uno stampo da plumecake e lo foderiamo con carta da forno, ma solo sui lati lunghi e sulla base: questo ci servirà per sformare più facilmente il semifreddo.Mettiamo a bagno il foglio di colla di pesce in acqua per10 minuti. In un pentolino facciamo riscaldare 5 cucchiai di sciroppo di amarene a fuoco dolcissimo e uniamo la gelatina strizzata, facciamo sciogliere bene la gelatina, mescoliamo e versiamo sul fondo dello stampo, sulla carta da forno, facciamo raffreddare e mettiamo in freezer. Montiamo 500ml di  panna in una ciotola capiente. In un'altra ciotola montiamo l'albume aggiungendo 3 cucchiai di  zucchero a piccole dosi, fino ad ottenere una bella meringa lucida e soda. Uniamo la meringa alla panna, mescolando le due masse dal basso verso l'alto. Montiamo i tuorli a crema con lo zucchero rimanente, quindi uniamo il ciocco fuso e mescoliamo bene. Dividiamo il composto di panna e meringa in due ciotole: in una ciotola vi uniamo 6-7 cucchiaiate di sciroppo di amarene e una decina di amarene intere, mescoliamo bene e facciamo amalgamare.Nell'altra invece uniamo la crema al cioccolato. Riprendiamo lo stampo dal freezer e versiamoci metà del composto al cioccolato,  un secondo strato di gelato bianco e amarena e finiamo con l'ultimo strato di gelato al cioccolato, cercando di lisciarne la superficie il più possibile con una spatola.Mettiamo in freezer per almeno 12 ore , quindi sformiamo molto delicatamente, aiutandoci con le ali di carta da forno. Decoriamo con ciuffi di panna, amarene intere e cacao spolverato.










Con questa ricetta partecipo al contest di Zampette in pasta.

mercoledì 22 giugno 2011

Ricordi di un giorno speciale...

LETTERA AL FIGLIO 
"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te
la stan perdendo e te ne attribuiscono la colpa,
se sai aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te
ed essere indulgente verso chi ti dubita;
se sai aspettare e non stancartene,
e mantenerti retto se la calunnia ti circonda
e non odiare se sei odiato,
senza tuttavia apparire troppo buono né parlare troppo da saggio;
se sai sognare senza abbandonarti ai sogni;
se riesci a pensare senza perderti nei pensieri,
se sai affrontare il Successo e la Sconfitta
e trattare questi due impostori nello stesso modo;
se riesci a sopportare di sentire la verità che tu hai detto
distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per gli ingenui;
se sai guardare le cose, per le quali hai dato la vita,
distrutte e riesci a resistere ed a ricostruirle con strumenti logori;
se sai fare un fascio di tutte le tue fortune
e giocarlo in un colpo solo a testa e croce
e sai perdere e ricominciare da capo
senza mai lasciarti sfuggire una parola su quello che hai perso;
se sai costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi muscoli
a sorreggerti anche quando sono esausti,
e così resistere finchè non vi sia altro in te
oltreché la volontà che dice loro: "Resistete!";
se riesci a parlare con i disonesti senza perdere la tua onestà,
o ad avvicinare i potenti senza perdere il tuo normale atteggiamento,
se nè i nemici né gli amici troppo premurosi possono ferirti,
se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo;
se riesci a riempire l'inesorabile minuto
dando valore ad ogni istante che passa:
il mondo e tutto ciò che è in esso sarà tuo,
e, quel che conta di più, tu sarai un Uomo, figlio mio! "


                                                                      R.Kipling







martedì 21 giugno 2011

Colori, profumi e sapori del sole per il primo giorno d'estate

Oggi è il primo giorno d'estate e non potevo non postare questo piccolo dolcino che più di tutti mi ricorda i colori e i sapori del sole estivo. A vederlo così sembra un innocente pezzetto di pan di spagna glassato... ma in realtà racchiude al suo interno dei contrasti di sapore incredibili: il dolce della glassa contrasta perfettamente con l'aspro limoncello che inzuppa e avvolge la pasta profumata di limone. Il profumo che emana ve lo lascio solo immaginare... Da quando li ho fatti per la prima volta l'anno scorso, questi piccoli dessert mi hanno conquistato. Onore al merito, qui trovate la ricetta originale. La mia unica concessione riguarda la glassa, che ho trasformato da glassa all'acqua in glassa al limone.



CAREZZE AL LIMONCELLO

100 gr di farina
120gr di zucchero
50gr di fecola
3 uova
2 limoni bio
100gr di olio di semi
100gr di zucchero a velo
limoncello
un cucchiaino di lievito

Laviamo bene i limoni, grattugiamo la scorza di un limone, mescoliamola al suo succo e mettiamola da parte. Misceliamo la fecola, la farina e il lievito. Montiamo le uova con lo zucchero, uniamo l'olio, il succo e la buccia di limone messi da parte e quindi la miscela di farine. Ne risulterà un composto liquido che verseremo in uno stampo rettangolare 25 x 33  rivestito di carta forno. Infornare a 180° per circa 20-25 minuti.
Prepariamo la glassa, mescolando lo zucchero a velo con alcune gocce di succo di limone, aggiungendone poche per volta, fino ad ottenere la consistenza giusta. Sforniamo il tortino, facciamolo raffreddare e dividiamolo in quadrotti o con un tagliapasta rotondo ricaviamone dei cilindri. Con una siringa (quella medica, senza ago) inzuppiamo ogni pezzo con 0.5 ml di limoncello, decoriamo con un cucchiaino di glassa al limone e completiamo con qualche filetto di scorza di limone. Conserviamo per un'oretta in frigo prima di servirli.


venerdì 17 giugno 2011

Piccolo- spazio- pubblicità!.... e tante belle news....

Solo poche righe a sfondo puramente pubblicitario....ihihihih.... Fino a lunedì sarò presa da impegni familiari importanti per cui avrò poco tempo da dedicare al blog...ma mi rifarò!
Ci tenevo solo a comunicare a tutti un paio di news che mi riguardano.....

La terza sfida di NDT'Kitchen si è conclusa... purtroppo la mia squadra ha perso un elemento... la cara Vale... ma fortuna vuole che ci sarà la possibilità di ripescaggio, quindi forza Vale! Personalmente la mia Terrina si è piazzata al secondo posto assoluto con un punteggio di 8,25.... per cui  mi posso ritenere soddisfattissima. Cosa mai si staranno inventando per la quarta sfida????

Il 13 giugno scorso è nato un nuovo portale della FABBRI (non editori...ihihihi, quella delle amarene...) dedicato completamente all'amarena e una mia ricetta, i Piccoli cuori semifreddi, è stata scelta per essere pubblicata. Se volete dare un'occhiata questo è il link : troverete tantissime ricette e idee veramente carine! E poi la possibilità per tutti di contribuire al portale.

Il 15 giugno è stato pubblicato il nuovo numero di "Yummy", un magazine francese di ricette e tanto altro. E a pag. 14 trovate una mia ricetta, l'Armonia Mediterranea, scelta dal magazine come dessert del loro menù dedicato al colore giallo.

Ed infine la notizia più importante e di cui sono più felice di tutte....


Da questo numero è iniziata la mia collaborazione con il magazine About Food che sicuramente tutti conoscete! Insieme a Leda e Claudia, le due redattrici e fondatrici del magazine, e a  Gaia  vi accompagneremo per tutta l'estate con tante idee golose, colorate e veloci per allietare le vostre vacanze o alleggerire i vostri giorni in città. Per quanto mi riguarda, curerò una rubrica " Prêt-à-manger" in cui in ogni numero troverete un menu a tema creato a mio gusto, spulciando qua e là nei blog per cercare le ricette giuste. In questo numero troverete il primo menu dedicato alla cucina senza fuoco, ovvero la cucina senza cucina....senza forno, senza barbecue.... tutto a crudo o cucinato senza l'ausilio del fuoco.


Vi lascio il link dove potrete sfogliare e scaricare gratuitamente il magazine... ciao e alla prossima!

mercoledì 15 giugno 2011

Quelli che...Gente del Fud!

Il week-end passato è stato per me molto speciale, perchè l'ho trascorso lontano da casa, a Castellammare di Stabia precisamente, ospite, con altri 80 blogger, dell'evento organizzato da Pasta Garofalo in partnership con Nokia Italia. Il titolo dell'evento era "Gente del Fud". Se lo googlate vi ritroverete con una valanga di link ai post degli amici blogger che come me vi hanno partecipato ma che sono stati molto più veloci e precisi di me a relazionare e raccontare il dovecomequandoeperchè dell'evento. Per cui io nella convinzione che voi già sappiate tutto non vi racconterò nulla. NON vi racconterò del perchè sono partita sabato mattina in enorme ritardo e mi sono fatta la SA-RC in quattro ore per arrivare a Castellammare in tempo per l'incontro delle 15,00.... non vi racconterò dell'emozione di vedere appena arrivata tante facce viste mille volte sui profili di FB o su un quadratino 88x88 (pixel) e cercare di ricollegarli mentalmente a dei nomi, a dei blog, salvo poi con l'occhio bionico, cercare di leggere il cartellino col nome al collo, cercando con nonchalance di non fare figuracce! Non vi racconterò nemmeno di come abbiano riconosciuto tutti mio marito (il signor Fujiko...:D) e non me..se non perchè ero con lui, di come quando dicevo il mio vero nome e mi guardavano perplessi, salvo poi saltarmi addosso con abbracci folli quando dicevo di essere Fujiko! Non vi dirò nemmeno che molti mi avevano immaginato castana con gli occhi verdi...pur avendo visto sempre la mia foto in bianco e nero che più nero non si può! Certo...non vi posso raccontare quanto splendido fosse l'albergo, di Giorgio dello staff Garofalo, simpatico come un napoletano ed efficiente come un milanese, di Emidio il direttore commerciale senza cravatta ma con le infradito, la qualcosa lo rendeva molto ma molto credibile e umano, quando ci ha raccontato la sua fortuna di fare un lavoro che è anche una passione . Non vi dirò nemmeno del fantastico pacco di benvenuto che conteneva magliette, grembiuli, peperoncino e.... uno smartphone Nokia!
Non vi racconterò di chi ho incontrato, di Eliana, Eleonora e lo Zio... con i quali da mesi imbastisco fitta corrispondenza, di Nuccio, Agostina e Milena, miei conterranei che ho dovuto conoscere a 500 km da casa, nè delle Pellegrine e del tacco 12 di Simona, nè della dolce Claudia, di Cleare l'organizzatrice dalle mille risorse, o di Chiara che mi ha fatto ridere di cuore per due giorni con la sua simpatia contagiosa; non vi parlerò di Broccoli o Cioccolatine,nè della Regina del cioccolato o di Gigino Pizza al metro.... nè dell'odore fortissimo di grano che ho sentito nel pastificio Garofalo, mentre toccavo con mano la pasta appena uscita dall'essicatore, indossando un improbabile cappellino di carta. E non vi racconterò nemmeno dell'entusiasmo e della passione della Gente del Fud che ama ciò che cucina e cucina ciò che ama... Tutto questo e molto di più, spero lo possiate vedere in questi pochi scatti.... il resto sono solo forti emozioni e un grazie enorme a chi ha lavorato e sudato per farci vivere questi due giorni veramente indimenticabili..... per i dettagli ci sarà tempo... Gente del Sud sarà anche progetto...ma questo ve lo racconterò nella prossima puntata!









giovedì 9 giugno 2011

Quando fare una torta allo yogurt è un gioco da ragazzi...!

Quando cucino o pasticcio le mie due figlie vogliono sempre partecipare. A volte riesco a tenerle occupate, altre volte mi faccio aiutare...e ogni tanto invece capita che addirittura  mi chiedono di fare da sole. 
Qualche giorno fa la mia piccolina ha piantato una lagna per tutto il pomeriggio perchè voleva fare a tutti i costi una torta da sola. Io che voglia di accendere il forno non ne avevo per niente, visto il caldo afoso ( ehehehe...un giorno estate, due giorni inverno!), ho cercato di dirottarla ovunque: televisione, disegno, pittura , passeggiata .... niente di niente: torta e solo torta...da sola! Così ad un tratto... il lampo di genio! Qualche settimana  prima avevo ricevuto un pacco dal Molino Chiavazza, come premio per avere vinto uno dei loro contest...quello sulle ricette pasquali, e tra i tanti pacchi di farina di ogni tipo, mi sono ricordata che ce n'era uno per fare una torta allo yogurt. Il tempo di controllare di avere tutto in frigo e finalmente ho visto spuntare il sorriso su quel faccino disperato. La ricetta è semplicissima... e gli ingredienti da aggiungere veramente pochissimi. E così la mia piccola chef ha realizzato tutta da sola la sua prima torta...sotto gli occhi divertiti della sua mamma!



TORTA ALLO YOGURT
e frutti di bosco

una confezione di preparato per torta allo yogurt
375 gr di yogurt ai frutti di bosco
80 gr di burro fuso
per decorare: salsa ai frutti di bosco

La confezione di torta allo yogurt contiene due buste e una forma di cartone per la torta, che ho subito posato su un piatto piano. La prima busta ( che contiene una polvere di biscotti, per fare la base della torta) l'ha versata in una ciotola e poi abbiamo unito il burro fuso, ha mescolato bene e ha versato la poltiglia nella forma e ha schiacciato bene (...qui l'ho aiutata un pò...) con un cucchiaio. Ho messo in frigo.


Poi ha versato il contenuto della seconda busta in un'altra ciotola, ha versato lo yogurt e ha mescolato, poi ha montato tutto con il frullino elettrico ( che ridere...lo doveva tenere con due mani!). Poi ha versato tutta la crema dentro alla forma che ho ripreso dal frigo e con un leccapentole l'ha lisciata.


 Per decorarla con un cucchiaino ho versato sulla superficie della torta la salsa di frutti di bosco e ho formato tre cerchi concentrici, così lei con uno stecchino ha disegnato i raggi che dall'esterno arrivano al centro, ottenendo un disegno floreale. poi ha completato con  delle fragole intorno e al centro del dolce. Abbiamo messo la torta in frigo per un paio d'ore e poi tutta orgogliosa e trionfante, ne ha offerto una fettona al suo papà! 
Quando si dice...un gioco da ragazzi!
 



lunedì 6 giugno 2011

Terrina di formaggio cremoso

Terza sfida terza avventura del simpaticissimo gioco di Naso di Tartufo, al quale partecipo con la mia squadra, le favolose Antony Bourdaine. Non sto a spigarvi come funziona...per i curiosi,vi rimando a questo post dove spiego le regole del gioco e le curiosità. Intanto vi aggiorno: dopo essere arrivate prime nella prima sfida, la seconda ci ha visto un pò in difficoltà...ma ne siamo uscite bene....e adesso la terza.



"La 3° SFIDA consiste nel:
- prendere il vostro cavallo di battaglia
- cucinarlo COME NON L'AVETE MAI FATTO: se era dolce dovrà essere salato, e viceversa!
- esempio: avete detto torta di sfoglia ripiena di mele zucchero e cannella ...come potreste renderla salata? Togliendo lo zucchero, intanto! E forse anche la cannella! In America va forte la torta salata con mele e maiale...perché non provare?

L'importante è che l'idea del vostro cavallo di battaglia rimanga: se era una crema dovrà essere una crema!"


Naturalmente il cavallo di battaglia ci è stato chiesto in tempi non sospetti... e viste le temperature... io ho scelto il semifreddo! Quindi sono partita da un semifreddo già pubblicato, il semifreddo alla fragola. Come trasformarlo da dolce a salato senza snaturarlo troppo e senza cambiare troppi ingredienti? Innanzitutto ho cercato di mantenerne la cremosità e la freschezza, quindi niente cottura e conservazione in frigo.... poi i colori, il bianco e il rosso... e la forma a tronchetto. Così da dolce a salato, da dessert ad antipasto, da semifreddo alle fragole a.....



TERRINA DI FORMAGGIO CREMOSO
con gelée di pomodoro


per la terrina: 400gr di formaggio cremoso
200gr di ricotta
10 pomodorino ciliegia

tre cucchiai di patè di olive nere
un foglio di pane per tramezzini rettangolare
parmigiano per decorare
olio EVO e sale

per la gelée: 2 fogli di colla di pesce
un cucchiaio di concentrato di pomodoro
tre cucchiai di acqua


Prendiamo uno stampo da plume cake e lo foderiamo con carta da forno, ma solo sui lati lunghi e sulla base: questo ci servirà per sformare più facilmente la terrina.Mettiamo a bagno i fogli di colla di pesce in acqua per 10 minuti. In un pentolino facciamo riscaldare il pomodoro concentrato diluito con tre cucchiai d'acqua e un pizzico di sale, a fuoco dolcissimo e uniamo la gelatina strizzata, facciamo sciogliere bene la gelatina, mescoliamo e versiamo la gelée sul fondo dello stampo, sulla carta da forno, facciamo raffreddare in frigorifero. Lavoriamo il formaggio con una frusta, uniamo la ricotta, il sale, un cucchiaio d'olio e mescoliamo bene. Dividiamo il formaggio in due parti: in una aggiungiamo il patè di olive, nell'altra sei-sette pomodorini tagliati a pezzettini e mescoliamo. Riprendiamo lo stampo e versiamo dentro prima il formaggio al pomodoro e poi quello alle olive, livelliamo bene e chiudiamo con il foglio di pane per tramezzini, tagliato per adattarlo alle dimensioni del nostro stampo. Mettiamo in frigo per tre  o quattro ore. Sformiamo su un piatto , togliamo delicatamente la carta da forno e decoriamo con i pomodorini e una spolverata di parmigiano.





qui potete vedere i due piatti a confronto...


Con questa ricetta partecipo al contest di  Gustoshop che ha messo in palio un paniere di buonissimi prodotti tipici italiani....per veri gourmet! 



e al contest di Cucinando con mia sorella .


Il mio primo contest:

venerdì 3 giugno 2011

Fata pasticciona e l'avventura della mini wedding-cake

Quando ormai si arriva alla soglia della maturità (per non dire pre-vecchiaia...ihihihih) poche cose riescono ancora a stupirci e ad affascinarci come se fossimo ancora dei bimbi. Un poeta che amo molto, un certo Giovanni Pascoli...lo conoscete?....Beh...proprio lui, nelle sue poesie, che erroneamente molti credono adatte solo ai bimbi delle elementari, va alla ricerca della magia delle piccole cose, dicendo che in ognuno di noi esiste un fanciullo che si stupisce e si affascina per quelle stesse cose che noi, come adulti, nemmeno notiamo, schiavi dei ritmi e dei valori ( o meglio dei dis-valori) della vita quotidiana (  lavoro,  soldi da accumulare, appuntamenti-vitali-a-cui-non-si-deve-mancare....). Ascoltare quella voce, che spesso è coperta dal frastuono del nostro tempo, equivale alla pura poesia, al ritrovare quella gioia vera che solo i bimbi provano. Scusatemi la piccola digressione, ma la prof che c'è in me ogni tanto grida vendetta e quindi prende il sopravvento...mio malgrado....
Dicevo che ogni tanto mi capita di tornare  bambina e credere alle fate... a delle fate pasticcere per l'esattezza. Solo una fata infatti sarebbe capace di fare delle torte come questa o questa... arrivare alla perfezione di una trina o di un merletto fatto solo di zucchero e albume, imprigionare in un dolce la magia di un fiore o di una favola. Magia della pasta di zucchero e della glassa reale...
Così , in un pomeriggio caldo di giugno, presa da un impeto di masochismo puro, mi sono detta...proviamo? Premetto che non era la prima volta che lavoravo la pdz, ho decorato altre tre torte nella vita che trovate qui, però da questo a considerarmi una fata ce ne passa davvero molto...cmq, mi sono detta, da qualche parte si deve pur iniziare e ispirata anche dal contest di una di queste fatine, dominata dall'incoscienza pura, ho controllato di avere tutti gli ingredienti e mi sono messa all'opera.
Primo problema: niente miele...quindi ho dovuto fare la pdz col glucosio e io non amo molto questa ricetta, perchè quell'unica volta che l'ho provata si seccava troppo presto e quindi era difficile da lavorare ( a differenza di quella al miele che invece rimane molto elastica...l'ideale per una principiante tardona come me! ihihihhi).
Secondo problema: come base ho usato una torta al cioccolato senza glutine che mi ero fatta per la colazione, però essendo abbastanza bassa non sarebbe stata molto adatta a essere decorata.
Terzo e più grave problema: le bimbe in casa... pdz = plastilina.... ero rovinata!
Ma la tentazione era troppa... quando penso e ripenso a qualcosa che voglio provare non mi rassegno finchè non ci riesco. Quindi ho fatto la pdz col glucosio, e che Iddio ce la mandi buona, ne ho fatta una bella dose così da tenere impegnate le bimbe a divertirsi dall'altro lato del tavolo e poi con due tagliapasta ho ricavato una mini torta a due piani, modificando così le proporzioni.
Questo è il risultato e mi raccomando ...siate clementi....! Dalle fate pasticcere alla fata pasticciona!


per la pdz : 450gr di zucchero a velo
 2,5 grammi di colla di pesce
50 gr di glucosio 
30 gr di acqua
per la glassa reale: un albume
qualche goccia di limone
zucchero a velo a occhio

Per il procedimento della pdz vi rimando a questo link, in cui i passaggi sono spiegati benissimo.
Per la glassa ho mescolato l'albume al limone e poi sempre mescolando ho aggiunto lo zucchero a velo fino a una consistenza adeguata.
Ho steso la copertura del pan di spagna, semplicemente farcito con marmellata di fragole, e la stessa marmellata l'ho spennellata sull'esterno della torta per fare aderire la pdz. Ho decorato con dei fiorellini che le mie bimbe si sono divertite a fare con uno stampino e con delle palline di zucchero rosa, che ho attaccato con un puntino di glassa. Per i decori in glassa ho usato un conetto di carta con punta n°1 (l'avevo comprata da tanto ma non avevo mai avuto il coraggio di usarla! ihihihi) e a ogni archetto ho incrociato le dita mentalmente perchè non si rompesse.... Infine per nascondere le vergogne alla base della torta ho usato un bel nastro di raso verde, tirato via da una bomboniera. 





Con questa mini cake partecipo al contest della fatina della Piccola Bottega dello Zucchero...



e al calendario di Ammodomio

mercoledì 1 giugno 2011

It' s tea time!

Il the, o tea che dir si voglia, è una delle mie bevande preferite: caldo o freddo, che sia estate o inverno, poco importa... Se fa caldo disseta, se fa freddo riscalda... insomma al limone, al latte o alla pesca è sempre il benvenuto in casa mia.D'inverno rappresenta un'occasione irrinunciabile per fare una bella merenda con amici o figli; con l'arrivo del caldo è sempre presente nel mio frigorifero, arricchito da frutti di bosco, ginseng o menta, pronto a rinfrancarmi dopo una giornata afosa o semplicemente a deliziarmi con leggerezza. Se poi è accompagnato da una piccola golosità fatta in casa, il rito è completo: un tè, un fiore e qualche biscotto profumato ci rimetteranno in pace col mondo.
Questi piccoli biscotti sono ispirati ai miei biscotti da tè preferiti. Per rinnovarli li ho arricchiti con cacao e fava tonka: questa meraviglioso frutto che profuma di mandorla e di paesi lontani, di tabacco e vaniglia mi è sembrata il naturale complemento per una bevanda così ricca di sfumature aromatiche come il tè.
Provateli insieme  e assaporerete un'esperienza veramente inebriante.

clicca e vedrai meglio

BISCOTTI ALLA FAVA TONKA

200gr di farina 00 
20 gr di cacao 
due fave tonka
150gr di burro morbido 
75gr di zucchero
un uovo grosso oppure uno normale + mezzo albume
un cucchiaino di lievito
  

Montiamo a crema il burro con lo zucchero per almeno 5 minuti, con la frusta elettrica, quindi uniamo l'uovo e continuiamo a montare . Misceliamo la farina con il lievito, il cacao e le fave tonka grattugiate e  uniamo la miscela un pò alla volta al composto, mescolando con un cucchiaio di legno dal basso verso l'alto. Una volta pronta la nostra frolla, la mettiamo a cucchiaiate in un sac à poche con bocchetta a stella e formiamo delle ciambelline  su una teglia rivestita di carta da forno. Inforniamo a 220° per 10 minuti, vigilando sempre perchè non si colorino troppo.
Facciamo raffreddare bene prima di spostarli dalla teglia, perchè appena usciti dal forno sono fragilissimi. Il loro profumo delizioso riempirà tutta la vostra casa.

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Con questa ricetta partecipo al contest di Tuki de "La ciliegina sulla torta".