Come un funambolo mi addentro nell'osservazione di questa nuova opera del maestro Stefano Bianco, in diretta dal blog di Ornella Ammodomio.
Saltano agli occhi immediatamente le 5 figure centrali, ognuna di un colore diverso... formano una fila composta e ordinata... tutte volutamente uguali ma nello stesso tempo intimamente diverse... E' l'Umanità, siamo noi. Bianchi, neri, gialli, verdi... poco importa. Insieme siamo un UNO, siamo il nostro essere UMANI, in nostro essere gioia e rabbia, buio e luce, amore e odio... Ma c'è anche un'altro particolare che ci rende umani... che ci differenzia dal resto del Creato e che caratterizza ancor di più la nostra Umanità... : le mani. Le mani sono il segno fisico distintivo della nostra Umanità... del nostro essere UMANI. Le mani sono il veicolo più importante della nostra sensibilità, delle nostre emozioni, perchè ci permettono di CREARE... di far nascere dal nulla qualcosa... di inventare, migliorare, plasmare il mondo intorno a noi. Ma le mani possono accarezzare...ma anche schiaffeggiare.... possono creare il bello, l'utile, il buono, il perfetto, quindi la sfera... o possono materializzare il brutto, l'inutile, il cattivo, l'imperfetto...quindi lo spigoloso cubo....
L'UMANITA' che celebra l'importanza della MANUALITA'...
UMANUALITA'.... è questo il titolo che ho scelto per quest'opera.
E quale ricetta potevo abbinare a tale titolo se non questa? Volevo qualcosa che rappresentasse al meglio l'Umanità e insieme la manualità... che esprimesse questo concetto di universale, di presente in ogni cultura o quasi.... Volevo un cibo semplice ma unico, basico ma splendido, opera di due mani che si muovono all'unisono, danzando ininterrottamente tra acqua e farina... un cibo magico, senza spazio e senza tempo: IL PANE.
La ricetta che ho scelto è quella di un pane veramente magico, provare per credere. Si impasta rigorosamente a mano. Le mie piccole varianti le trovate come al solito scritte in rosso.
dal libro "Pane e roba dolce" delle Sorelle Simili
400g. di farina di forza ( 200g di farina 00+200g di manitoba)
100g. di acqua
1 cucchiaio e mezzo di acqua
18g. di lievito di birra
100g. di latte tiepido
15g. di burro
1 cucchiaio di zucchero ( un cucchiaino)
1 cucchiaino e mezzo di sale (2 cucchiaini...ci piace saporito)
Sciogliamo in una tazza il lievito e lo zucchero con il cucchiaio e mezzo di acqua. Intiepidiamo il latte insieme al burro ed al sale, versiamo il tutto in una ciotola, uniamo quasi tutta l'acqua, poi un terzo della farina e iniziamo a impastare, quindi aggiungiamo il lievito sciolto con lo zucchero e la restante farina e continuiamo a impastare. Deve risultare un impasto morbido; una volta ottenuta la giusta consistenza, regolando acqua e farina, trasferiamolo sulla spianatoia e lavoriamolo impastando e battendolo per tre volte sulla spianatoia, poi ancora impastando e battendo, così per 5 minuti. Dividiamo l'impasto in due pagnotte, schiacciamole con le mani per ottenere 2 ovali che piegheremo e arrotoleremo su se stessi, ottenendo due filoncini cicciottelli. Disponiamoli a falda sotto su una teglia ben infarinata con farina di semola di grano duro, e mettiamo la teglia nel forno freddo. Accendiamo il forno per un minuto, non ha importanza che temperatura, poi spegniamo e lasciamo riposare per 30 minuti il pane in forno. Quindi, senza aprire il forno, accendiamolo di nuovo a 200° e facciamo cuocere per 40 minuti. Se dovesse colorire in fretta coprite il pane con carta stagnola.
Il mio consiglio è quello di aspettare che il pane sia freddo per affettarlo... così che perda l'umidità della cottura e la mollica si assesti bene. La prima pagnotta l'abbiamo mangiata a cena, mezz'ora dopo averla sfornata: la mollica era sofficissima ma un pò umida e si sentiva un pò il profumo del lievito. La seconda l'abbiamo affettata il giorno dopo a pranzo: spettacolare! E' quella che vedete nelle foto. Non vedo l'ora di provarlo con le farine senza glutine!
ecco le due pagnotte appena sfornate |
guardate che bella alveolatura... è sofficissimo! |
suggerimento di uso....ihihihihi |